Norme di Riferimento
EN 10218
ISO/TS 15066
Robotica – Collaborative Robots
Cosa è un Cobot, che differenze ci sono con i Robot Industriali
Un cobot o co-robot (termine derivante da ” collaborative robot “) è un robot concepito per interagire fisicamente con l’uomo in uno spazio di lavoro. Questo a differenza della maggior parte dei robot industriali, che sono invece progettati per operare in maniera separata dall’essere umano, con una guida limitata e/o protetti da barriere.
In pratica un cobot è un robot tradizionale che può operare a stretto contatto di un operatore e non necessita di essere confinato in uno spazio separato da protezioni: è da questa condizione che nascono molte implicazioni di sicurezza che devono essere valutate e gestite sia in progettazione che di concept iniziale, per la scelta della migliore soluzione e del livello di collaborazione compatibile con il contesto operativo.
Norme di Riferimento
Durante la revisione e la riorganizzazione degli standard rilevanti per i robot industriali, è stata stabilita anche l’area dei robot collaborativi: la norma EN ISO 10218 e la specifica ISO/TS 15066 hanno definito i requisiti di sicurezza per i robot collaborativi.
In tale contesto, la definizione di robot collaborativo comprende sia gli strumenti adattati sul braccio per eseguire determinati compiti che gli oggetti da quest’ultimo movimentati.
Una cooperazione ravvicinata o il contatto diretto tra l’operatore e il robot può comportare l’insorgere di vari rischi (es. collisione) e di conseguenza deve essere eseguita una valutazione del rischio che deve comprendere anche gli aspetti legati al luogo di utilizzo previsto.
La norma EN ISO 10218 pone le basi per questa valutazione del rischio, unitamente alla Direttiva Macchine 06/42/CE.
Sistemi di Sicurezza dei Cobot
Un robot collaborativo ha molte funzioni di sicurezza in più di un normale Robot Industriale, che servono per rendere possibile la presenza di essere umani in vicinanza con le adeguate garanzie di sicurezza. I Cobot attraverso sistemi e sicurezze aggiuntive (pelle sensibile, sensori di posizione, di velocità, di prossimità, ecc…) sono adatti al lavorare in coesistenza con gli operatori.
Il concetto alla base è che i sistemi robotici collaborativi sono in grado di fermarsi senza arrecare danno, quando si determina un impatto con l’operatore, tenuto conto non solo del Cobot stesso, ma anche degli end effectors che sta utilizzando (l’end effector è il dispositivo all’estremità di un braccio robotico, una pinza, un utensile, un sistema di presa, una mano robotica, anche questo deve essere reso sicuro).
È in base alla scelta di queste sicurezze del Cobot che si può stabilire il tipo di collaborazione robotica ottenibile in un determinato lavoro e in un determinato contesto: una attenta scelta e pianificazione iniziale è assolutamente necessaria, altrimenti si rischia di comprare un Cobot che poi avrà comunque bisogno di varie limitazioni d’uso, tante da mettere in dubbio proprio l’idea iniziale di lavoro contemporaneo con gli operatori.
Cosa fa NEMOTEC
NEMOTEC offre i seguenti servizi applicati alla Robotica Collaborativa:
- Analisi e progettazione dell’attività collaborativa, definizione del tipo di Cobot
- Analisi dei sistemi di sicurezza e delle caratteristiche dei Cobot
- Analisi e progettazione dello spazio di lavoro collaborativo
- Integrazione delle analisi di sicurezza fra Cobot, End Effector, e Area di lavoro
- Test di sicurezza in accordo alla specifica ISO/TS 15066
- Analisi di sicurezza sul lavoro per applicazioni di Robotica collaborativa D.Lgs. 81/08
- Procedure di sicurezza e procedure operative di interazione Uomo-Cobot
- Formazione agli operatori in materia di sicurezza di Robotica Collaborativa.
L’impatto umano
Tutto facile? Purtroppo no.
Da anni si sa che le applicazioni Robotiche possono rendere molto più semplici e veloci certe attività, ma questo con la possibile conseguenza di impattare in modo sensibile il sistema occupazionale nelle fabbriche e in tanti altri settori industriali.
Questo aspetto, unito a molti altri aspetti più istintivi (ad. l’essere umano che non si fida del robot) crea ancora ritrosia da parte degli operatori a lavorare veramente in modo collaborativo, in particolare per quelle attività industriali dove la attenzione e la tranquillità nei comportamenti hanno un ruolo davvero importante a livello di sicurezza.
Il risultato è che occorre pensare bene, e prima, a come introdurre la robotica collaborativa in azienda, progettando in modo attento le aree di lavoro interessate e formando informando il personale in modo giusto e consapevole, senza allarmismi ne banalizzazioni.
Il rischio è avere una crisi di rigetto da parte del personale in tempo abbastanza breve.
È sulla base di queste sicurezze che si può stabilire che tipo di lavoro può essere svolto dal Cobot e in che tipo di contesto, e questo comporta una attent scelta iniziale alrimenti si rischia di comprare un Cobot che poi avrà bisogno di varie limitazioni d’uso, tante da mettere in dubbio proprio l’idea iniziale di lavoro contempoeraneo con gli operatori.